lunedì 19 novembre 2012

I Consigliati: Hugo Cabret - Un Omaggio a George Melies


Un ringraziamento a chi il cinema l'ha creato da parte di chi il cinema, adesso, lo fa; un elogio di un artista innovatore al padre degli innovatori; un tributo di Martin Scorsese a George Mèlies attraverso i 127 minuti di "Hugo Cabret".
Il piccolo Hugo , interpretato da Asa Butterfield, è un orfano che vive nella stazione ferroviaria di Montparnasse nella Parigi degli anni '30, occupandosi dei meccanismi degli orologi e tentando giorno dopo giorno di riparare un misterioso automa, ultimo e unico legame con suo padre, morto anni prima in un incendio. Grazie all'incontro con Isabelle, eccentrica ragazzina appassionata di libri d'avventura, Hugo riesce ad aggiustare l'automa e a scoprire cosa nasconde, entrando in contatto con George Mèlies, illusionista ed autore cinematografico dei primi anni del '900 che, considerando il suo cinema ormai superato e dimenticato, si era finto morto in guerra.  Hugo, nel suo disperato tentativo di riparare il marchingegno lasciatogli da suo padre, riuscirà ad "aggiustare" anche il cuore di Mèlies, portandolo nuovamente a dare vita ai sogni così come faceva nelle sue pellicole.
A fare da contorno alla vicenda ci sono i personaggi che popolano la stazione, l'ispettore ferroviario zoppo che dà la caccia agli orfani che girovagano nella Gare Montparnasse, segretamente innamorato della fioraia,la  signorina Lisette, il timido e impacciato Monsieur Frick che tenta di conquistare Madame Emile nonostante l'evidente dissapunto del suo bassotto Schlitze,il libraio interpretato da Christopher Lee , e soprattutto Mama Jeanne, compagna di George Méliès e interprete della maggiorparte dei suo film. La sceneggiatura firmata da Dante Ferretti ( all'ennessima collaborazione con Scorsese e già sceneggiatore per Tim Burton, Fellini, Comencini,Pasolini, Scola, Bellocchio,Terry Gilliam, solo per citarne alcuni) e Francesca Lo Schiavo ( "La voce della Luna", "The Aviator" e "Sweeney Todd" ) dimostra ancora una volta la capacità narrativa e l'attenzione al dettaglio che caratterizzano solo i grandi autori. Nulla è lasciato al caso, tutto è inserito perfettamente nella vicenda, senza sbavature nè momenti fini a se stessi, a confezionare una narrazione fluida e coinvolgente, scorrevole e divertente.

"Hugo Cabret" é troppe cose in una sola, è sapienza registica e perfezione tecnica, avventura e sogno, favola matura ed elogio del cinema, è commedia e azione, fantasia e realtà,   tutti insieme, chiusi in una scatola sigillata ed agitata con forza, dando vita a qualcosa di magico ed indefinito, da cui spicca in maniere dirompente e prepotente l'amore di Scorsese per il suo lavoro. Il ringraziamento del regista a Méliès e al cinema del passato è lampante in molti momenti, dalle locandine di Chaplin e Buster Keaton al nome del cagnolino( Schlitze, come uno dei protagonisti di "Freaks"), da Harold Lloyd ai Fratelli Lumiere. E se proprio ai Lumiere si deve l'invenzione vera e propria del cinema, molti ritengono Méliès il vero padre della settima arte, il primo ad aver capito le vere potenzialità della macchina da presa, la sua capacità di rendere reali i sogni, mescolando alla perfezione il talento cinematografico e le straordinaria abilità di illusionista. Il cineasta francese è il fondatore del cinema come lo conosciamo noi, capace di trasformare in concrete l'emozione e l'immaginazione, riuscendo a guardare al di là della mera innovazione tecnica e meccanica creata dai Lumiere e spingendosi oltre il limite del reale, valicando dei confini che nessuno si sarebbe sognato di superare, tutti troppo concentrati da queste strane "fotografie animate".
Tutto questo Martin Scorsese lo sa bene e regala a George Melies "Hugo Cabret", un film che a lui sarebbe piaciuto eccome, un piccolo grande viaggio nel sogno, proprio  come faceva lui.

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