Una composizione che
rappresenta il tentativo, opportunamente mimetizzato, di una
musicista di lanciarsi sul panorama musicale non più al centro di
una band ma come solista.
Di una band che ha fatto
della propria capacità di scandagliare l’animo umano con le parole
e la musica un proprio, innovativo stile.
Di una band che si avvia
verso lo scioglimento ormai priva del proprio principale
trascinatore, Roger Waters; di una band che, nonostante tutto, è
ancora capace di emozionare.
Basta
con i convenevoli:
Pink
Floyd - Coming back to life
L’ascoltatore viene
immediatamente catapultato all’interno di un’atmosfera
psichedelica e surreale che tenta di narcotizzarlo e di trasportarlo
con la mente in un sogno in cui questi stesso è contemporaneamente
protagonista e spettatore di se stesso. Tutto ciò frutto del
sintetizzatore di Richard Wright, personale marchio di fabbrica del
tastierista. Ad una tratto alcune lente note spezzano la magia; note
sommesse e timorose portatrici di malinconia e dolore alle quali, al
min. 0.42, ne rispondono altre acute e pompose. La discrepanza è
evidente: se le prime riportano alla mente un’antica sofferenza, o
una colpa commessa, le seconde risultano imperturbabili nella propria
decisione di cacciarle; per non permettere loro di prendere il
sopravvento; sono note vittoriose ed altezzose, gelose dei propri
sentimenti .
Tale contrasto risulta
funzionale all’interpretazione del testo: l’autore, in questo
caso Gilmour, si immedesima nel protagonista narrando gli ostacoli
superati per ritornare a nuova vita (I knew the moment had arrived/
For killing the past and coming back to life). Il tema della canzone
si ispira ad un’esperienza personale di Gilmour: la separazione
dalla prima moglie. Ricreato il clima iniziale, la voce del
chitarrista è lanciata nel vuoto come un’eco nel deserto che
attende di essere amplificata all’infinito; cosa che succede al min
2.36 grazie all’intervento della batteria di Nick Mason (che non a
caso, in contrapposizione alla prima strofa, batte il tempo durante
la seconda e oltre). A questo punto ad ognuna delle due strofe viene
assegnato un compito ben preciso. La prima sintetizza il cammino
vincente del protagonista che inizialmente rinfaccia all’avversario
le proprie mancanze nei momenti di bisogno (Where were you when I was
burned and broken/ While the days slipped by from my window watching/
Where were you when I was hurt and I was helpless) per poi affermare
vittoriosamente la popria ressurezione (And I stored straight into
the shining sun). La seconda, soffermandosi sul punto di svolta della
vicenda (While the seeds of life/ And the seeds of change were
palanted), analizza i particolari dell’imminente “catarsi”
(Outside the rain felt dark and slow) e il dubbio che costringe a
porsi delle domande (While I pondered on this dangerous/ But
irresistibile pastime); domande che troveranno risposte solo nel
desiderio di miglioramento; nell’impeto di orgoglio; nel “ritorno
alla vita” (Coming back to life).
A coronare il momento è
lo strumento dell’autore. Questa volta lo stile denso e corposo di
Gilmour si fa felice, giulivo, addirittura festante. E’ un assolo
ricco di note sia lunghe sia brevi che si alternano per catturare
ogni singolo istante di successo; le emozioni di gioia e buona
riuscita migrano dalla bocca del chitarrista fino alle mani; le risa
della chitarra risuonano forti perché possano giungere all’orecchio
di chi ha mancato. A seguire, dopo qualche breve verso di raccordo,
l’atmosfera muta parzialmente. La parte strumentale che metterà
fine alla composizione ha una struttura ciclica (creata sulla falsa
riga dell’introduzione): sulla scia del primo assolo si apre con
alcune note dalla tonalità molto alta, ad indicare la vittoria; si
abbassa leggermente nel prosieguo; si rialza nuovamente e si
stabilizza su una bassa tonalità verso la conclusione. Il timbro è
sì gioioso ma sono anche presenti venature nostalgiche;
l’ascoltatore ha l’impressione che la parte finale sia stata
scritta una volta che l’autore abbia completamente superato
l’accaduto; che se ne sia fatto una ragione razionalizzando il
dolore patito; che non viva più la scena ma la osservi dall’ultima
fila di poltrone del teatro. Rappresenta quindi il tentativo melodico
di un artista di condensare all’interno di una struttura musicale
la serie di sensazioni provate, ma ormai riposte nel cassetto.
Tutto il resto è noia.
Griffy the Cooper
Spettacolare….Grazie
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