Woody Allen continua nel suo tour europeo; dopo Barcellona e Parigi tocca alla capitale italiana fare da sfondo alle vicende del regista. Riprendendo il "Decamerone" del Boccaccio Allen ci racconta quattro episodi, con protagonisti 4 turisti americani a Roma. Jesse Eisenberg, architetto neolaureato, perde la testa per Ellen Page, accompagnato da Alec Baldwin in veste di "coscienza" (secondo la mia liberissima interpretazione); Woody Allen,agente discografico in pensione, giunge nella capitale con la moglie per conoscere il futuro marito della figlia; Roberto Benigni è un uomo comune che si risveglia improvvisamente assalito dai mass-media che fanno di lui una star; infine Alessandro Tiberi ed Alessandra Mastronardi, novelli sposini, sono a Roma sperando in un salto di carriera, ma si ritroveranno ben presto in una rete di tradimenti reciproci. La capitale italiana è lo sfondo di tutte le vicende, da Piazza Venezia a Trastevere, passando per Piazza del Campidoglio, Fontana di Trevi, Colosseo e Fori Imperiali, e in più una buona parte di scorci romani non troppo noti ma altrettanto affascinanti. "To Rome with love" è molto più debole degli ultimi film di Woody Allen, la trama a tratti è difficile da seguire e alcune scene sembrano assolutamente fini a se stesse ma, nonostante questo, la mano del regista è inconfondibile. I dialoghi catturano sempre l'attenzione, le trovate comiche sono azzeccate e non mancano gli attacchi alla società odierna. L'episodio di Benigni è emblematico; un uomo come tanti che si ritrova in un attimo catapultato nel mondo dello spettacolo neanche fosse un grande divo, assalito da domande insulse dei giornalisti che gli chiedono con che mano tende a radersi e da che lato dorme, ovvi riferimenti ad un mondo in cui l'attenzione delle persone è incentrata sulle vite dei concorrenti di uno qualunque dei reality, privi fondamentalmente di qualsiasi capacità artistica o politica o dialettica, ad una società in cui non si celebrano più i pensatori e gli uomini di cultura ma bensì il "cittadino medio", divenuto magari celebre per un'avventura televisiva durata qualche ora o per una notte di passione con una diva dello spettacolo.
In "To Rome with Love" Allen tocca molti altri temi, dall'adulterio alla difficoltà di accettare gli anni che passano, fino ad arrivare all'ammirazione per una star che può diventare ossessione.
Se guarderete questo film noterete inoltre uno strano e banale errore nel montaggio, ovvero la presenza continua del microfono in scena (in una sequenza compare addirittura l'intera asta). All'uscita dal cinema mi sono chiesto se un regista così esperto come Woody Allen potesse mai aver commesso un errore così grossolano ed effettivamente, spulciando il web, ho scoperto che molti si lamentavano della superficialità con cui è stato girato il film. Ora, magari sono io che nel cinema ci credo troppo e che ammiro Woody Allen, ma non posso accettare che sia capitato casualmente. Quei microfoni non sono quelli del set di Allen; sono quelli del set di Roma. E' la città eterna che passa dietro la macchina da presa e racconta le sue storie e tesse le sue trame, narrandoci le vicende di alcune delle milioni di persone che la popolano; lo sa solo Woody Allen, la mia è un'ipotesi da sognatore.
Jack Lemmon
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